Sommario:
- La Dakar 2020 ha dovuto piangere due morti e tante cadute spettacolari
- ASO vuole moto che corrono di meno, airbag e nuove torri di navigazione
Video: Moto meno potenti, la soluzione di ASO per evitare incidenti mortali alla Dakar
2024 Autore: Nicholas Abramson | [email protected]. Ultima modifica: 2024-02-11 01:04
La categoria motociclistica è una delle più vulnerabili in ogni competizione, a maggior ragione se entriamo in incursioni della statura del Dakar o eventi come il Rally del Marocco o Baja Aragón, tutti già sotto il manto della FIA e della FIM e con l'evento ASO preparato per aprire il nuovo formato della Coppa del mondo di rally di fondo nel 2021.
Quindi queste organizzazioni e le squadre partecipanti e i piloti si sono riuniti per discutere quali misure dovrebbero essere prese per ridurre gli infortuni in caso di incidente in chi partecipa su queste due ruote, danni che a volte e purtroppo si concludono con la morte di conseguenza.
La Dakar 2020 ha dovuto piangere due morti e tante cadute spettacolari
che lui il rally più duro del mondo Non ha avuto la sua migliore edizione quest'anno, non è qualcosa di estraneo a nessuno. Anche la fine dei 19 anni di supremazia KTM guidata dalla vittoria del team Honda e del suo pilota Ricky Brabec è stata festeggiata a metà, come nessuno aveva dimenticato e non potrà dimenticare la scomparsa dell'amato Paulo Gonçalves.
portoghese ha lasciato la sua vita nella settima tappa di questa dura disciplina dopo aver subito un grave incidente, morendo praticamente sul colpo e senza che i medici dell'ASO potessero fare altro per il pilota Hero.
E durante le fasi precedenti e successive i motociclisti hanno continuato ad avere spaventa e cade, come quello che ha lasciato fuori gara Adrian Van Bereven nella terza tappa, quando la sua Yamaha era 'sinistra'. Il francese è andato meglio di Gonçálves, ma è tornato a casa con un grave infortunio all'anca e una frattura alla clavicola destra.
Altri partecipanti in questa categoria come Laia sainz Hanno visto da vicino la sabbia e i sassi delle tappe in Arabia Saudita, il paese dove la carovana della Dakar ha fatto il suo debutto dopo aver lasciato il Sudamerica.
Con il dolore per quello che è successo con Paulo e dopo un'ottava tappa neutralizzata nella categoria moto e quad, i piloti hanno dovuto risalire in sella per completare i quattro giorni che erano rimasti davanti a loro. una seconda parte della Dakar che molti dei partecipanti hanno assicurato che era "troppo veloce", con zone in cui era possibile rotolare pieni, che mettevano in pericolo la sicurezza.
Edwin Straver è stata la seconda vittima della Dakar 2020, morendo nei Paesi Bassi giorni dopo il suo incidente nel penultima tappa, in cui cadde rotolando a circa 50 km/h, un incidente così spettacolare che lo lasciò gravemente danneggiato.
Certo, non sono gli unici ad essere morti durante questa prova estrema, ma da quando la carovana ha lasciato l'Africa, sono tante le voci che si sono levate chiedendo di tornare in tappe di tanta navigazione di un tempo. Naturalmente anche lì sono state raggiunte velocità elevate, ma la morte per caduta di partecipanti su una moto è qualcosa a cui non è stato posto rimedio negli ultimi anni.
Certo le fasi che consentono di andare ad alta velocità non sono la soluzione, come ha assicurato la stessa Laia Sanz in dichiarazioni dopo la morte di Paulo Gonçalves.
ASO vuole moto che corrono di meno, airbag e nuove torri di navigazione
Con tutto quello che è successo nella 42a edizione della Dakar, è praticamente logico che tutte le persone coinvolte nella gara, in particolare le moto partecipanti, vogliano fasi più sicure. Per questo nell'incontro tenutosi a Lisbona hanno preso una serie di decisioni che saranno sperimentate nei vari appuntamenti che si terranno fino a giugno.
Da un lato si è deciso di utilizzare una flangia sulla presa d'aria che alimenta il motore da 449, 3 cc e circa 70 cv che avrebbe, ad esempio, la KTM 450 Rally con cui hanno corso quest'anno Toby Price, Matthias Walkner e Sam Sunderland. In questo modo andrebbe ridotta la velocità massima delle moto, in questo caso al di sotto dei 180 km/h che il modello austriaco riesce a raggiungere, anche se non è stato specificato fino a che punto arriverà la limitazione.
Un altro aspetto da affrontare è stato il ' road book'o road book con cui navigano tutti i partecipanti ma che chi pilota le due ruote deve guidare senza aiuto e cercando di non distogliere l'attenzione dal percorso e dagli ostacoli che si trovano davanti.
Aggiungi più navigazione tra i diversi punti di controllo e rendi difficile per i veicoli raggiungere alte velocità da piste difficili con dune o altri ostacoli che fanno abbassare l'acceleratore ai conducenti, soprattutto in quei momenti in cui hanno bisogno di guardare con attenzione le informazioni che compaiono nel 'road book'.
Inoltre alla Dakar ci saranno altri cambiamenti per il bene della classe delle due ruote, poiché sono in corso i lavori per lo sviluppo di una torre del sistema di navigazione più avanzata, che aggiunge ulteriori avvisi acustici e visivi in grado di avvisare il pilota dei pericoli vicini senza che debba smettere di guardare la rotta che deve seguire, situazione che eviterebbe molte cadute. Stanno anche studiando per rendere obbligatorio l'uso dei giubbotti airbag, che stanno già dimostrando la loro efficacia come in passato il 'freno cervicale' o protettore cervicale.
Speriamo che tutto ciò aiuti a prevenire più morti in questo test popolare. Viva la Dakar e le leggende che sono rimaste sul suo cammino!
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